Dritto al cuore - Testimonianze
La storia di Robert, liberato dalla collera e dalla rabbia

Robert lottava con la collera e la rabbia con cui conviveva da trent’anni. Sapeva già perché era pieno di rabbia, ma conoscerne il motivo a livello intellettuale non l’aveva aiutato a trovare libertà, benché suo padre fosse morto da anni.

Nemmeno scegliere di dire le parole “Ti perdono, papà” e la frequentazione di gruppi per la gestione della collera erano stati molto di aiuto. Quando però Gesù gli rivelò la vergogna e il senso d’impotenza che tenevano viva la collera e la rabbia, egli poté essere sciolto da quelle catene ed essere liberato. Dal momento che Robert ha una forte volontà e una personalità di “Tipo A” (personalità caratterizzata da competitività, impazienza e ostilità - ndt), decise di mettere alla prova la guarigione e la liberazione che Gesù gli aveva donato per assicurarsi che fosse davvero reale. Benché noi non ne sapessimo niente, questo costituì una conferma della potenza di Gesù nel guarirlo e liberarlo a un livello più profondo.

Una cosa è quando Robert dice di essere diverso, un’altra è quando sua moglie ci chiama per chiedere preghiere per sé stessa grazie ai cambiamenti che ha visto in suo marito! Questa è una testimonianza maggiore in favore di Gesù, una testimonianza della potenza della Sua pace “che sopravanza ogni intelligenza” (Filippesi 4:7).

Gesù ha condotto Robert dal “frutto” peccaminoso della collera e della rabbia attraverso:

  • Il dolore causato da un padre affetto da delirio di controllo e comportamenti abusivi.
  • La rinuncia della collera e della rabbia come meccanismo di difesa, che avevano fatto di lui quello che si dice un “tipo tosto”.
  • La paura e la vergogna.
  • Il credere di essere debole e indifeso.
  • La comprensione del “lato personale” della croce.
  • La scoperta del vero potere e della libertà in Cristo.

LA STORIA DI ROBERT

«Non ero sicuro di che cosa dovessi aspettarmi da quella riunione di preghiera, a parte il fatto che sapevo di avere un problema con la collera e la rabbia. Ma sapere che ero arrabbiato con mio padre per il modo in cui picchiava me e mia madre non mi aveva aiutato a trovare liberazione. L’aver seppellito mio padre qualche anno prima, quando era morto, non aveva sepolto tutti i miei pensieri e sentimenti negativi per lui, anzi erano ancora molto vivi. Neanche pronunciare più e più volte le parole “Ti perdono, papà” mi aveva portato liberazione, nonostante avessi cercato aiuto frequentando gruppi di counseling per la gestione della rabbia negli uomini.

Onesto a proposito della collera e della rabbia con il Signore

Attraverso il Salmo 109, imparai che il re Davide era stato completamente onesto con il Signore a proposito della collera e della rabbia che provava. Il re condivise tutti i suoi sentimenti con il Signore in preghiera. Mentre attraversava quel periodo, condividendo il dolore che c’era nel suo cuore e che aveva suscitato in lui l’ira (Salmo 109:22), portando al Signore la propria sofferenza, egli trovò guarigione e liberazione.

Cominciai il momento di preghiera chiedendo a Gesù d’investigare il mio cuore e provare i miei pensieri (Salmo 139:23-24) per portarmi fino alla radice della mia collera e rabbia e qualunque altra cosa tenesse in vita quei sentimenti negativi. La prima volta che pregammo, mi vennero in mente molti ricordi di quando ero stato arrabbiato con mio padre per essere così controllato da lui e di tutti gli abusi fisici e verbali che faceva alla famiglia. Non chiesi a Dio di aiutarmi a superare la mia collera, come avevo fatto nel passato, solo per poi fallire di nuovo. Invece, facemmo una preghiera in cui chiesi a Dio di liberarmi da tutta la mia collera, confessando e riconoscendo che non potevo liberarmi da solo. Erano diciassette anni che non piangevo, ma ora le lacrime si facevano strada attraverso quei ricordi dolorosi.

Un grosso peso fu sollevato da me

Fu un processo che mi fece sentire sfinito, ma sentii come se un grosso peso fosse stato sollevato da me. La croce di Cristo stava diventando più “personale” per me, in maniera del tutto nuova, che non avevo mai conosciuto in precedenza.

Dopo ci incontrammo per pregare di nuovo e affrontammo qualcosa che era oltre la collera e la rabbia, andando verso la paura, il dolore e la vergogna che c’erano al di sotto. Vidi che avevo usato la collera e la rabbia come un meccanismo di difesa, per mostrare al mondo un’immagine da “tipo tosto”, in modo da non essere di nuovo ferito. Mi resi conto che credevo di essere impotente.

Il mio senso d’impotenza

Quando mi ero sentito impotente, si era sviluppato uno schema che mi aveva fatto reagire con collera e rabbia per non sentirmi impotente, per non sentirmi indifeso, per non sentire la vergogna.

Benché come adulto non fossi più impotente, specialmente da quando mio padre era morto, anni prima, la mia convinzione di essere impotente mi aveva portato ad agire come se lo fossi veramente, tenendomi prigioniero. Il mio passato stava controllando la mia vita nel presente e aveva un impatto negativo anche su mia moglie e i bambini.

Dopo aver rinunciato alla collera e alla rabbia come meccanismo di difesa, per proteggere me stesso dal senso d’impotenza, dalla paura, dal dolore e dalla vergogna che c’erano dietro, per la prima volta finalmente provai la vera libertà. Potei vedere e sentire che cosa significa “perdonare di cuore” (Matteo 18:35), sperimentando la potenza di Cristo che mi dava sicurezza nel cuore. Quello è il vero potere!

Poco prima che Gesù mi facesse sperimentare quel senso di liberazione, mi chiesi ad alta voce se non era il caso di fermarsi per quel giorno, perché mi sentivo stanco. Fui incoraggiato a chiedere al Signore di “investigare il mio cuore e provare i miei pensieri” per vedere se davvero quello era il momento di fermarci o se fosse un inganno del “padre della menzogna”. Dopo aver fatto quella brevissima preghiera, ebbi la forte sensazione che dovevamo andare avanti e, dieci minuti dopo, ero libero! Il diavolo aveva fatto l’ultimo tentativo per tenermi in catene con le sue bugie. Grazie a Dio, diedi invece ascolto al “dolce sussurro” dello Spirito Santo (cfr. 1 Re 19:12).

Mia moglie notò una grande differenza

Nelle settimane successive, mia moglie notò una tale differenza che chiamò per chiedere preghiere per se stessa, perché anche lei voleva che questo tipo di guarigione toccasse il suo cuore!

Il nostro terzo incontro si concentrò sulla lode a Dio, invece che sulla preghiera per la rabbia, perché se n’era completamente andata! Parlai del fatto che, mentre stavo guidando per la strada qualche giorno prima dell’ultima riunione di preghiera, decisi di usare la mia volitiva personalità di “Tipo A” per mettere alla prova la guarigione e la liberazione che avevo sperimentato. Intenzionalmente richiamai alla mente esperienza dopo esperienza per le quali avevamo pregato, ben sapendo quello che aveva fatto mio padre. Ma Gesù mi aveva veramente liberato dalla collera, dalla vergogna e dal dolore di quei ricordi, lasciando al loro posto solo la potenza della Sua pace.

Non ancora del tutto persuaso e volendo testare la profondità della mia guarigione, mi aggrappai al volante dell’auto più forte che potei, tentando di tirar fuori quei sentimenti di collera e rabbia così familiari, che erano sempre stati là nei confronti di mio padre. Nonostante avessi nutrito quei pensieri e sentimenti per anni e anni, cercando di trovarli in me ancora una volta, mi resi conto che se n’erano andati via del tutto, la potenza della pace di Gesù era scesa così in profondità che non poterono essere riesumati nemmeno provandoci.

Ho ancora altre aree nella mia vita in cui ho bisogno di continuare a crescere? Certo! Ma Gesù ha ora la completa padronanza di quella “stanza” del mio cuore chiamata collera, rabbia e senso d’impotenza. Adesso so come Gesù possa “tagliare l’albero fino alle radici”, pienamente, completamente. Non ho soltanto ottenuto guarigione e libertà, dopo anni di psicoterapia e gruppi per la gestione della rabbia, ma ora so come continuare a pregare, portando altre aree di sofferenza a Lui, fondendo il mio cuore con il cuore di Gesù, mentre continuo a crescere nella grazia di Dio.

Lode a Dio per il Salvatore che non solo ci salva, ma che non ci lascia vivere in un circolo vizioso di peccato-e-perdono, dove proviamo e falliamo, proviamo e falliamo, proviamo e falliamo sempre, sempre, confessando i nostri peccati, ma senza mai esserne liberati! Generosamente ci libera da tutte le nostre credenze negative, dai cattivi pensieri e sentimenti nei confronti di coloro che ci hanno ferito, sostituendo tutto questo con la potenza della Sua presenza e della Sua pace».  

 «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Giovanni 8:36).

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